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Gianluca Vialli si è spento, stroncato da un tumore al pancreas. Manco il tempo che la notizia facesse il giro del mondo ed ecco servita la polemica social relativa, in parte, al lutto: protagonisti Fedez e l’attivista Serena Doe Mazzini (già in passato i due si erano scontrati). Viene da chiedersi: ma sempre ai soliti volti capita di ritrovarsi al centro di bisticci spesso sterili, inutili e fuori luogo? A quanto pare sì. Ma si proceda con ordine. Il rapper, pochi minuti dopo aver saputo della scomparsa dell’ex calciatore, si è proiettato su Instagram, realizzando una serie di Stories in cui ha ricordato Vialli, raccontando una vicenda privata vissuta assieme allo sportivo. Queste le sue parole:

“Purtroppo ho appreso ora della morte di Gianluca Vialli. Faccio questo video per ricordarlo perché, pur non avendolo mai conosciuto di persona è stata una persona straordinaria che mi ha dato una mano incredibile: abbiamo subito tutti i due lo stesso intervento per due patologie diverse. Avremmo dovuto vederci, ci eravamo promessi di fare la foto con la nostra cicatrice. Condoglianze alla famiglia e un saluto grande a Gianluca: sono veramente costernato dal non essere riuscito a conoscerti più a fondo. Pur avendo avuto una conoscenza epistolare e telefonica mi hai dato tanto ed è giusto che le persone lo sappiano”.

Serena Doe, non appena ha notato l’intervento del cantante, è a sua volta spuntata sui social, criticando e al contempo ‘sponsorizzando’ il suo podcast (tutto molto evitabile, naturalmente). Fedez, captata la stoccata nei suoi confronti, ha sbroccato.

Fedez contro Serena Doe

Finita qui? Assolutamente no. Fedez ha poi realizzato un altro paio di Stories, proseguendo nel suo sfogo. “Questa – ha sottolineato – è la stessa giornalista che tempo fa aveva sostenuto che io fossi guarito in tre giorni dal tumore al pancreas. Ma dico, davanti a un pensiero di un lutto e di una persona che mi ha aiutato, almeno innanzi a questo non si potrebbe tacere? No, non è possibile? Vabbeh”

Il disappunto del rapper milanese ha assunto toni sempre più rabbiosi: “Di fronte a questi guru dei social che ti vogliono insegnare come stare al mondo, non si può nemmeno più ricordare una persona che è morta oggi e ti ha dato una mano quando ti hanno trovato un tumore raro al pancreas. Allora non si può più fare un ca**o. E se per trainare, con l’onda della mediaticità, un podcast dite che io ho detto che dovevo fare un selfie col morto vuol dire che siete in cattiva fede voi e che fate schifo più di me“.

Tutto molto triste. Un paio di riflessioni: possibile che ci sono personaggi che per molti eventi mediatici di risonanza, in qualche modo, si sentono in dovere di piazzarci loro commenti e loro vicende? Possibile che non capiscano che, soprattutto quando ci sono gravi lutti, a volte il silenzio è d’oro oppure è molto più sobrio un messaggio non particolareggiato di questioni private? Possibile che se poi c’è una critica, spesso pure sciocca, non riescono a capire che è meglio ignorarla per non alimentare il circolo vizioso degli scontri social, a maggior ragione innanzi a lutti che hanno bisogno di tutto fuorché di inopportuni botta e risposta pubblici?

E ancora: possibile che quando vengono rese note alcune notizie tragiche, pochi minuti dopo degli annunci, ci sono sempre gli influencer e gli attivisti di turno già ‘sul pezzo’ con tanto di narrazioni strappalacrime o stoccate velenose fuori luogo? Sì, tutto possibile, purtroppo.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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