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Dopo la partita tra Italia e Austria, Federico Chiesa è diventato l’uomo del momento. Il 23enne ha sbloccato il match (ottavi di finale di Euro 2021), con un gol da fuoriclasse nel primo tempo supplementare, al minuto novantacinque, facendo esplodere di gioia il popolo ‘azzurro’ (la partita si è conclusa 2 a 1 a favore della Nazionale italiana). Chiesa, però, non ha rubato la scena a tutti soltanto sul rettangolo verde, ma anche nel post partita, quando si è presentato innanzi ai microfoni esteri di ‘BeIN Sports’ sfoderando un inglese perfetto, da lingua-madre.

Il video, pubblicato dall’emittente sui suoi profili social, è subito divenuto virale. E un motivo c’è: i calciatori azzurri, storicamente, non hanno mai brillato nell’esprimersi fluentemente in lingua straniera. Federico è un’eccezione ed è per questo, probabilmente, che ha anche riscosso parecchio successo sui social dopo l’intervista rilasciata a ‘BeIN Sports’.

Ma dove ha imparato a parlare così bene l’inglese? Tutto merito di uno studio ‘matto e disperato’, per dirla alla Giacomo Leopardi. Per sette anni, infatti, il calciatore ha studiato inglese. La perfezione è giunta quando ha frequentato il college in una scuola internazionale di Firenze. Lo spiegava lo stesso Chiesa in una intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport in cui raccontava che ha cominciato a cimentarsi nella pronuncia anglofona dalla quinta elementare per poi proseguire al liceo internazionale.

L’iscrizione al liceo internazionale gli è stata suggerita da papà Enrico, anche lui calciatore talentuosissimo (in Serie A ha segnato 138 gol). Nell’istituto scolastico Federico ha trascorso 4 anni, seguendo tutte le lezioni in inglese, tranne quella di italiano, naturalmente. Ha avuto al suo fianco compagni di classe provenienti da tutto il mondo. Per questo il suo ‘english’ è limpido e cristallino. Il 23enne in forza alla Juventus mastica anche un poco di francese, seppur non ai livelli dell’inglese.

Come sopra accennato, fu papà Enrico a guidarlo verso la scelta degli studi in lingua anglosassone: “Mio padre, quando mi iscrisse a quella scuola, mi disse che sarebbe potuto servirmi anche per il calcio”, spiegava Federico sempre a La Gazzetta dello Sport. E bravo il padre che ora, come tutta l’Italia, non solo è orgoglioso per le prodezze del figlio sul campo, ma anche perché Federico è un esempio virtuoso di come si possa coniugare calcio e studio.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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