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Fin da quando la Kalush Orchestra ha trionfato all’Eurovision Song Contest 2022 di Torino con Stefania, in molti si sono posti una questione per nulla banale. Visto che è il Paese vincitore a dover organizzare la successiva edizione della manifestazione, cosa avrebbero dovuto fatto gli organizzatori in vista del 2023?

Scontato dire che, alla luce degli ultimi quattro mesi, la situazione in Ucraina non è esattamente delle migliori, per usare un eufemismo. Il Paese è ancora sotto la morsa dell’invasione russa, i combattimenti sembrano non avere fine, e molte delle infrastrutture principali sono state colpite o del tutto distrutte.

Il problema di fondo è che la macchina organizzatrice di Eurovision, per ovvi motivi, si muove ben prima dell’inizio della manifestazione. Fra sopralluoghi e riunioni organizzative, è chiaro che in questo periodo anche soltanto pensare di recarsi in Ucraina per una competizione come Eurovision appare un’idea folle.

Eppure, c’è chi ancora ci crede. Quando il comitato organizzatore di Eurovision ha confermato che l’edizione 2023 non si sarebbe di certo potuta svolgere in Ucraina i più recenti vincitori non l’hanno presa benissimo. La Kalush Orchestra ha infatti pubblicato un video sui social, lamentandosi per una scelta che non ha condiviso. “La nostra squadra è delusa dalla decisione dell’EBU e spera che possa ancora cambiare” ha commentato il leader del gruppo, Oleh Psjuk. Dopo qualche giorno è però arrivata la replica dei diretti interessati, che hanno voluto fare ulteriore chiarezza sulla questione.

Perché l’Eurovision Song Contest 2023 non si può svolgere in Ucraina: la replica di EBU

Non che ci volesse un comunicato ufficiale per spiegare i motivi della decisione, ma alla fine l’EBU si è dovuta esprimere comunque, alla luce delle polemiche. Nella dichiarazione pubblicata online, il comunicato organizzatore ha spiegato tra le altre cose:

“L’EBU comprende quanto la scelta di non poter organizzare l’Eurovision Song Contest 2023 in Ucraina possa avervi deluso. La decisione è stata presa responsabilmente da EBU, che ha a cuore la sicurezza di tutti i partecipanti di un evento la cui fase organizzativa deve iniziare immediatamente nel Paese ospitante. […] Crediamo sia necessario che la decisione riguardo ad un evento televisivo così complesso debba essere presa da esperti del settore e che non possa essere politicizzata”.

Nel comunicato, EBU sottolinea gli evidenti rischi di un evento in Ucraina ma anche la riluttanza di molte delegazioni a viaggiare nel Paese nei prossimi mesi. L’ipotesi più probabile, come già preannunciato, è che l’evento del prossimo anno si svolga nel Regno Unito, classificatosi secondo a ESC 2022 grazie a Spaceman di Sam Ryder. Ebu, nel comunicato originario, aveva in ogni caso specificato che alla prossima edizione di Eurovision sarà reso un omaggio speciale all’Ucraina. Una scelta, questa, che agli occhi di molti oggi appare poco più che un contentino.

Alberto Muraro

Appassionato di musica, sono "multilingue e multitasking". Credo, in tutta onestà, di essere il massimo esperto italiano di casa Ferragnez. Sogno di condurre l'Eurovision Song Contest, in attesa di tornare in veste di inviato al Festival di Sanremo. Ho scritto anche un libro, Linea 148.

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