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Enrico Ruggeri si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove spiccano i pareri espressi sui Maneskin e su Achille Lauro. Il cantante ha parlato della sua passione per le storie, che ama raccontare in tutte le forme, attraverso una canzone o un libro come anche in televisione. Non sono mancate le domande, oltre che sulla sua carriera e sui suoi interessi, anche sulle nuove generazioni. Ed è qui che Enrico Ruggeri ha lanciato una piccola frecciatina ad Achille Lauro: sembra convinto che nel tempo non riuscirà a mantenere il successo che ha oggi.

Ruggeri ha fatto un discorso ben preciso, parlando degli artisti di oggi. Secondo lui, infatti, un artista va giudicato nell’arco di trenta o quaranta anni per non rischiare di prendere delle “cantonate enormi”. Oggi si tende a confondere, dal suo punto di vista, un’idea con una semplice trovata. Quindi ha spiegato che se un’idea è capace di stupire, la trovata invece no: è effimera. Ha fatto anche un esempio per spiegare meglio questo suo pensiero.

Ruggeri ha detto che se in questo momento andasse in Corso Garibaldi a recitare una poesia avrebbe un senso. Se ci andasse a cavallo, e magari vestito da Napoleone, e recitasse la stessa poesia, allora avrebbe tutto un altro senso. La poesia passerebbe in secondo piano e avrebbe una valenza diversa. Poi ha aggiunto: “Il mascheramento è una trovata, la poesia è un’idea”. Sembra insomma un modo per colpire diversi artisti che oggi si esibiscono non solo cantando, ma portando in scena delle vere performance. Nel dire come si distingue una cosa dall’altra ha fatto un nome tra tutti: “Ci pensa il tempo. Che è galantuomo. Vedo Achille Lauro e aspetto”.

Visto il suo punto di vista, risulta una vera e propria bocciatura ad Achille Lauro.  Se ha fatto il suo nome insomma non è di certo a caso, anche perché il cantante di C’est la vie è stato protagonista di Sanremo proprio con le sue performance. Le ha portate in scena come componente del cast dopo averle presentate da cantante in gara.

Al contrario, invece, a Enrico Ruggeri piacciono molto i Maneskin e si rispecchia in loro: “Finalmente vedo dei ragazzi che, come me agli esordi, passano la vita in cantina a provare e non andare a caccia di follower in rete”.

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