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Milo Infante non si dà pace. Il giornalista e conduttore di Ore 14, talk pomeridiano di Rai Due, è finito nel mirino della procura di Caltanissetta che sta indagando su di lui per diffamazione in merito ad alcune dichiarazioni che ha fatto sul caso Denise Pipitone. Intervistato da Fanpage.it, ha spiegato di aver riguardato le puntate di Ore 14 in cui ha pronunciato esternazioni che qualcuno ha ritenuto lesive e di non aver ancora compreso di preciso i motivi dell’indagine. Inoltre ha colto l’occasione per sfogarsi sulla piega che ha preso la vicenda della bimba scomparsa.

“Hanno relegato Piera Maggio all’ergastolo – ha tuonato -. Fine pena mai. Non saprà mai che fine ha fatto sua figlia. È una condanna feroce”. Quindi l’amarezza e lo sconforto per l’indagine che lo riguarda: “Mi dispiace che nelle aule dei tribunali, il tempo dei giudici venga impiegato per queste vicende. Da giornalista so bene cosa sia la diffamazione, francamente non mi sembra questo il caso. Mi dispiace che si parli di Denise Pipitone accostandola a queste miserie”.

Infanti ha poi raccontato che per ora non sa nemmeno quali sono le frasi che gli vengono contestate. E non è neppure a conoscenza dell’identità di colui/colei che ha sporto denuncia nei suoi confronti, dato che il nome non è indicato sull’avviso di garanzia. “Ho riguardato le due puntate che sono nel mirino dei magistrati che si sono sentiti tirati in ballo e non ho rilevato delle frasi che possano essere ritenute diffamanti – ha sottolineato -. Evidentemente, però, siamo andati a urtare la sensibilità legittima di una o più persone che hanno ritenuto di querelarmi. Voglio aggiungere una cosa.

Il giornalista ha quindi detto di voler rivendicare il diritto di critica. “Posso dire che mi aspettavo di più da un’inchiesta che arriva a 17 anni dalla scomparsa di una bambina. Questa non è diffamazione. Se qualcuno si aspetta l’applauso anche per un’inchiesta che non porta risultati con me sbaglia”, ha rimarcato.

Largo poi a una affilata stoccata nei confronti dei “pulcinella televisivi, che ogni tanto – come dei pupazzetti a molla – saltano fuori e dicono la stupidata di turno” sul caso Pipitone. E ancora:

“Creano una sorta di arena, una contrapposizione tra Piera Maggio e Anna Corona. Dicono che ci sono i cattivi che ce l’hanno con Anna Corona e Jessica Pulizzi. Capiamoci, non è il giornalista che ce l’ha con loro. Jessica Pulizzi è stata assolta per insufficienza di prove. E poi c’è Gaspare Ghaleb, l’unico condannato per avere mentito. E dato che siamo in Italia e non abbiamo rispetto neanche di una bambina rapita, siamo riusciti a mandare in prescrizione il reato, per cui Ghaleb è uscito con una fedina penale più pulita della mia. Quindi chi è che da sempre sospetta di Jessica Pulizzi? Io o i pubblici ministeri? Non c’è un altro sospettato o una pista alternativa. L’unica sotto processo è sempre stata lei. L’assoluzione avviene per mancanza di prove”.

La Procura di Marsala in tempi non sospetti ha sostenuto che il clamore mediatico creatosi attorno al caso avrebbe influito in modo negativo sul corso delle indagini. Infante ha però ricordato che in passato tanti casi di cronaca nera hanno trovato una soluzione anche grazie al lavoro dei giornalisti.

“Non possiamo smettere di occuparci delle persone scomparse, solo perché a furia di parlare di un caso, spunta il mitomane che crede di vedere Denise Pipitone ovunque – ha sostenuto Infante -. L’invito è: fate le indagini, fatele bene, trovate i colpevoli, riportateci a casa le persone scomparse in un tempo accettabile e così non ne parleremo per 17 anni. Trovate Denise e io per primo smetterò di parlarne, fine”.

Il timoniere di Ore 14 è poi tornato a picchiare duro sugli inquirenti, affermando che lo “Stato ha completamente abbandonato Piera Maggio e Piero Pulizzi. Completamente. Inutile dire che la seguono a distanza“. Infante è uno dei giornalisti meglio preparati sul caso. o ha trattato e studiato a lungo, conoscendone particolari e dettagli. Così Fanpage gli ha domandato se crede, in base a quel che ha appreso, che Denise possa davvero un giorno essere ritrovata oppure no:

“A questa domanda hanno risposto i Pm di Marsala. Nella richiesta di archiviazione dicono che solo se qualcuno che conosce la verità deciderà di parlare, si arriverà alla soluzione del caso. Ecco, la trovo un’ipotesi inaccettabile. Credo sia nostro dovere fare il necessario per arrivare alla verità, qualunque essa sia. Persone che hanno sottratto alla madre una bambina di 4 anni, non si pentono. Puoi sperare di arrivare alla verità solo facendo sentire il cappio che si stringe, una certa pressione”.

Secondo Infante si deve avere il coraggio che fino a oggi è mancato, cioè quello di andare fino in fondo su determinate questioni. Ad esempio? “Ci sono state delle dichiarazioni da parte di testimoni e indagati, che sono state accertate come false. Bisognerebbe andare a riprenderle e capire perché sono state dette quelle bugie. E da lì ripartire. La vicenda di Denise si apre e si chiude nei quattro, cinque giorni successivi al sequestro. Tutto quello che accade dopo è depistaggio”.

Spazio quindi ad un aneddoto relativo ai suoi rapporti con Piera Maggio e al suo modo di agire. Infante ha narrato che un giorno la madre di Denise le ha chiesto di approfondire una pista. Gli spedì dei riferimenti di una ragazza, la cui storia era compatibile con la vicenda della piccola scomparsa da Mazara del Vallo. “I trasferimenti, i genitori adottivi che la trattavano male. Quadrava tutto, così le chiesi il gruppo sanguigno. Quando lo comunicai a Piera Maggio mi scrisse solo una frase: “Vai avanti”. Era compatibile con quello della figlia. Poi, feci delle verifiche sull’età anagrafica e scoprimmo che non corrispondeva a quella di Denise ed escludemmo questa possibilità”.

C’è però una tv che tende a spettacolarizzare anche casi come quello di Denise. “Tante trasmissioni, sia all’estero che in Italia, avrebbero fatto speciali di settimane anche sulla segnalazione che le ho raccontato – ha aggiunto Infante -. Avrebbero detto: “Abbiamo trovato Denise, la storia coincide, potrebbe essere lei”. Invece, l’abbiamo gestita solo il sottoscritto e Piera Maggio. Le segnalazioni non dovrebbero essere rese note perché si creano dei mostri, fenomeni da baraccone che dicono di aver visto Denise. Su questo sono d’accordo che dobbiamo darci tutti una regolata”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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