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Doveva essere una sorta di ‘Operazione trionfo’, si è trasformata in un flop che ha scatenato un terremoto in Rai: Da grande, show che ha segnato l’esordio di Alessandro Cattelan in prima serata sulla rete ammiraglia della tv di stato, è diventato un caso. Due puntate da incubo sul fronte ascolti: 12,7% di share per il primo appuntamento e 12% per il secondo. Nessuno si immaginava una simile Caporetto. E nessuno si immaginava che il conduttore ex Sky e Stefano Coletta, direttore di Rai Uno, nonostante l’evidenza dei numeri, difendessero a spada tratta alcune scelte, senza fare autocritica. Una serie di circostanze che ai piani alti di Viale Mazzini avrebbero innescato reazioni tutt’altro che tenere.

A raccontare i retroscena di quel che è successo dopo il flop della trasmissione è Dagospia che spiega che secondo fonti consultate il silenzio del neo amministratore delegato Rai, Fuortes, celerebbe un forte fastidio per come sono andate le cose. Fuortes non ha responsabilità circa la decisione di puntare su Cattelan e Da Grande, in quanto è sbarcato a Viale Mazzini quando il progetto era ormai stato messo in cantiere.

“L’ad – si legge su Dagospia – avrebbe però fatto un salto dalla sedia di fronte ai costi: l’operazione Cattelan in due puntate sarebbe costata ben oltre i due milioni di euro. Una cifra importante in un momento in cui a tutti i lavoratori interni vengono chiesti sacrifici, con alcuni programmi di servizio pubblico a rischio”.

Ma c’è dell’altro, sempre come sussurra il portale diretto da Roberto D’Agostino. “A Viale Mazzini sono in molti ad essere convinti che il flop di Da Grande farà un’altra vittima: Stefano Coletta, il suo bis ora sembra davvero difficile da immaginare. Il vicedirettore Claudio Fasulo non avrebbe gestito la situazione in modo consono, questo filtra dal settimo piano, e in maniera clamorosa la sua presenza all’Eurovision non sarebbe così certa”.

Di Eurovision ne ha parlato proprio Cattelan nelle scorse ore, intervistato da La Repubblica. Il quotidiano ha chiesto al conduttore se è vero che potrebbero esserci altre due puntate di Da grande, ricevendo la seguente risposta: “Me ne hanno parlato. Oggi ci siamo presi un po’ di tempo per decidere, se fosse sarei felice. Intanto stiamo parlando di Eurovision”.

Nel corso della chiacchierata con Repubblica, Cattelan ha anche dichiarato che tornando indietro avrebbe rifatto quasi tutto allo stesso modo, pure alla luce dei bassi ascolti: “Cosa non è andato? È una domanda difficile alla quale rispondere. Potrei dire quali sono le cose che non hanno funzionato e avrei cambiato. Poche”. Inoltre, quando gli è stata nominata la parola flop, ha tagliato corto reputandola un termine “infantile“.

Sulla vicenda e sul modo di comunicare di Cattelan, ha tuonato lo scrittore ed ex parlamentare Gianrico Carofiglio. “Lo show di Cattelan su Rai1 è un disastro – ha scritto l’ex onorevole su Twitter -. Capita, forse qualcuno ne renderà conto forse no. Ma è interessante quello che (pare) ha detto il conduttore: ‘rifarei tutto così’. La frase è la sintesi del modo meno intelligente (eufemismo) di affrontare l’errore e il fallimento.”

C’è poi un altro fatto che avrebbe provocato dei mal di pancia nella dirigenza Rai. Sul finale di Da grande, Cattelan ha menato un colpo basso ai giornalisti e agli addetti ai lavori della comunicazione per le critiche indirizzate verso lo show. Il monologo sulle pernacchie pare che abbia creato qualche imbarazzo ai vertici di Viale Mazzini.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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