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Carolina Crescentini, attrice romana alla soglia dei 42 anni, si è raccontata in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Al quotidiano si è aperta raccontando dettagli inediti sul suo matrimonio con il cantante Francesco Motta, di sei anni più piccolo di lei. La Crescentini ha discusso a proposito della differenza d’età, del loro incontro, delle loro “doppie” nozze e della possibilità di avere figli.

Carolina Crescentini, come si è descritta lei stessa nell’intervista ai microfoni del Corriere, è uno spirito libero. Il volto della serie cult Boris sembra essere non convenzionale: basta pensare che ha sposato il suo Motta a New York, senza parenti e amici, indossando una maglietta degli Aerosmith. La 41enne, che raramente è al centro dei gossip, ha condiviso alcune curiosità sulla sua storia d’amore, facendo prima chiarezza sulla sua voglia di diventare madre. L’attrice si è mostrata serena riguardo al tema e non ha escluso l’eventualità di allargare la sua famiglia.

“Sono molto materna anche se non ho figli. Mi piacerebbe averne. Se dovesse non accadere, l’accetterei. L’insistenza con cui me lo chiedono è un disagio degli altri. Io sto bene, sono felice.”

Carolina e Motta si sono sposati nel 2019 a New York, per poi festeggiare per tre giorni di fila con i propri cari in Toscana. La Crescentini ha spiegato perché le celebrazioni in Italia sono state soltanto un simbolo:

“Ci hanno spiegato che, per complicate questioni burocratiche con gli Usa, per risposarci in Italia dovevamo prima divorziare sennò sarebbe stata bigamia.”

La 41enne sembra contenta della sua scelta. Come ha spiegato, per lei affrontare il matrimonio da soli per poi festeggiare in un secondo momento è stato ottimale. L’attrice ha raccontato ironicamente alcune curiosità sulle lunghe ed esuberanti celebrazioni in onore delle sue nozze.

“La cerimonia in Toscana è stata una divertente fricchettonata con tanta musica, gente che recitava. Un amico regista si fingeva sciamano, ha dovuto sottostare a dei riti, c’erano nuvole nere e io gli dicevo: ‘Dimmi che non pioverà’. Gli amici erano mescolati alle nostre due famiglie che si sono scoperte simili. Il matrimonio è una tale botta emotiva che la prima volta sola soletta è stata meglio. La seconda, ce la siamo goduta.”

Il matrimonio vero e proprio, celebrato al Municipio della Grande Mela, è stato, invece, molto semplice.

“Vai al Municipio e ti danno un bigliettino, fuori compri le fedi, il bouquet, i testimoni. La tradizione vuole che nell’abito ci sia un punto di blu, così ho trovato una tee-shirt degli Aerosmith bianca punteggiata di blu.”

Carolina Crescentini e Motta, l’incontro e la proposta

L’attrice di Notte Prima degli Esami è tornata indietro nel tempo raccontando i momenti in cui ha capito di essere innamorata del suo attuale marito. I due stanno insieme dal 2017. Ecco quali particolari del cantautore Motta hanno colpito la Crescentini:

“Oltre a essere molto poetico, la sua sensibilità e ironia, che in una relazione è fondamentale. E poi ha gli occhi buoni. Francesco mi ha dedicato più di una canzone. Ci siamo incontrati in una radio che non esiste più. Mi guardava e riguardava, aveva tutti questi capelli ricci…”.

L’attrice non ha potuto non discutere a proposito della differenza d’età tra lei e il marito. Motta, classe 1986, è più giovane di lei di 6 anni. A quanto pare i due si sono comunque sempre trovati e si sono sempre sentiti come appartenenti alla stessa generazione.

“La prima volta che siamo usciti, dopo un anno che ci sentivamo al telefono (io sono un po’ lenta), lo vedevo così giovane. Mi disse che aveva pubblicato un cd intitolato La fine dei vent’anni. Ho capito, gli risposi, ma quando sono finiti i tuoi vent’anni? Abbiamo gli stessi riferimenti culturali. Lo provocavo, gli dicevo che nel mio luogo di riferimento andavo col walkman, gli spiegavo cos’era. E lui: guarda che lo avevo anche io”.

La proposta di matrimonio è arrivata proprio nel luogo di riferimento citato dalla Crescentini, ossia il Faro del Gianicolo a Roma, lo stesso posto dove i due si sono dati appuntamento per la prima volta.

“Lo portai lì al nostro primo incontro. Non mi fidavo, volevo andare nel mio territorio: se fosse andato male, all’aperto mi sarei sentita libera di tornarmene a casa”.

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