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Il caso di Britney Spears e la battaglia contro la tutela del padre nei confronti della cantante di Toxic diventerà un documentario realizzato dal New York Times. Il progetto si pone l’obiettivo di fare un riepilogo della sua carriera professionale e prenderla in esame. In particolare, per quanto riguarda il caso di controversie sulla sua salute mentale che ha visto Britney Spears al centro delle polemiche in quest’ultimo periodo. E che ha spinto i propri fan a istituire un movimento a suo favore #FreeBritney.

Il documentario sarà battezzato con il nome di “Framing Britney Spears” e sarà co-prodotto dalla Left/Right. La Red Arrows Studios, società madre della precedente, ha dichiarato – come riportato dal sito della BBC – che il film prevederà anche la proiezione di una serie di interviste. Queste ultime sono state rilasciate da persone vicine alla pop star, come ad esempio gli avvocati coinvolti nella sua tutela e nella battaglia legale.

Da quanto ripotato dal sito della BBC Framing Britney Spears apparirà sulla rete statunitense FX e sul sito di streaming Hulu il 5 febbraio. Il trailer del documentario è già stato lanciato sui social. Oltre a trattare del caso sulla sua tutela legale la pellicola cinematografica si propone di dare una chiave nuova anche al movimento dei suoi fan #FreeBritney nato a supporto della Spears e vuole andare ad evidenziare luci e ombre della macchina del potere alle spalle della pop star di Baby one more time.

Britney Spears, la battaglia legale contro il padre

Non è un mistero quanto accaduto alla cantante. Il padre James Spears ha la “conservatoryship” ovvero la tutela legale sulla figlia dal 2008. Ciò significa che ha il controllo di tutto dell’intero patrimonio della figlia. Tutto ciò a seguito del suo crollo mentale che aveva duramente inficiato sulla sua salute mentale.

A questo proposito il papà di Britney Spears James aveva deciso di assumere regalmente il compito di gestire le finanze della figlia in modo che la pop star non facesse poi danni irreparabili. La situazione però è sfociata in una vera e propria battaglia legale nel momento in cui la cantante di Toxic aveva iniziato a denunciare i soprusi nei suoi confronti. Tuttavia, il genitore ha sempre sostenuto di agire per il bene della figlia e per proteggerla da interessi egoistici che le stanno attorno.

A novembre del 2020 il Tribunale di Los Angeles si era rifiutato di riesaminare il caso come aveva chiesto Britney Spears. Non solo, il suo legale Sam Ingham aveva anche riferito che la sua assistita aveva le facoltà mentali di una paziente in coma – per lo meno da quanto aveva riportato TMZ.

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