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ciao darwin organizzazionePaolo Bonolis, i segreti di Ciao Darwin e la quarantena: “Claustrofobia dell’anima”

Paolo Bonolis svela i segreti di Ciao Darwin, programma intramontabile di Canale 5 che anche se mandato in replica durante la quarantena continua a mietere ascolti e a battere sistematicamente la concorrenza del sabato sera di Rai Uno. Il conduttore, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, ha svelato cosa si cela dietro al talk: parecchia ‘manodopera’, idee, organizzazione e tempo, tanto tempo. “Si tratta di una trasmissione molto complicata da realizzare – racconta -, ci lavorano 300 persone e quando mi ci metto non faccio altro per sette mesi”. Questo spiega anche il perché non sia prodotta con cadenza annuale. Inoltre, “perché ha un sapore così deciso e piccante che una bella pausa tra un’abbuffata e l’altra ci vuole. Per non stancare il palato del telespettatore.”

La ricetta di Ciao Darwin: Bonolis a ruota libera

Esiste una ricetta perfetta per uno show? Pare che con Ciao Darwin Bonolis l’abbia trovata. “Facile – narra il conduttore -. Prendete del disincanto e unitelo a una bella dose di ‘irriverenza irrispettosa’. Aggiungete a ogni portata idee fresche fornite da autori come Sergio Rubino e Marco Salvati. Togliete ogni perdita di tempo e amalgamate il tutto con ritmo incalzate. Non fate mai mancare la sincerità: Ciao Darwin guarda in faccia le brutture umane che i perbenisti fingono di non vedere”. Una ricetta con i fiocchi a cui va aggiunta la bravura di “Luca Laurenti. Poi la regia di Beppe Recchia ieri e di Roberto Cenci oggi.” Il tutto coadiuvato dalla Sdl di Sonia Bruganelli, moglie di Bonolis. E il gioco è fatto!

Bonolis e il lockdown: “Ho una grande casa e una grande famiglia. Lamentarsi sarebbe irrispettoso”

Il presentatore ha infine parlato della quarantena: “Ho una grande casa e una grande famiglia. Lamentarsi sarebbe irrispettoso verso chi è rinchiuso in un monolocale”. Ora, però, inizia a farsi dura per tutti: “Alcune cose mi mancano davvero tanto: andare al mare, al cinema, la convivialità di un pranzo al ristorante… Soffro di claustrofobia dell’anima”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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