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L’attore Giuseppe Fiorello porta in scena in tv “Penso che un sogno così” su Rai 1, che dovrebbe andare in onda l’11 gennaio. In un’intervista al Corriere della Sera ha parlato del suo nuovo show, un adattamento televisivo dello spettacolo che l’attore ha proposto in giro per l’Italia per 300 serate. Quest’ultimo è legato prevalentemente al ricordo del padre e della sua infanzia.

Fiorello ha presentato così il progetto in cui è coinvolto:

“Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili”.

Sì, perché le canzoni di Domenico Modugno rappresentano il filo conduttore che accompagnano le vicende della sua infanzia e adolescenza. Giuseppe Fiorello, che è stato recentemente in tv con la fiction “Gli orologi del diavolo”,  ha spiegato al Corriere della Sera cosa lo ha portato a parlare del padre nello show. E come lui stesso si era chiesto perché la sua storia dovrebbe essere interessante per il pubblico. La risposta che ha dato e si è dato è stata semplice. Le vite di ognuno di noi si intrecciano e sono tutte simili.

“Perché dovrebbe interessare al pubblico? Temevo fosse un racconto troppo intimista, ma grazie allo spettacolo mi sono reso conto che ognuno di noi ha una storia universale, ci assomigliamo tutti, siamo tutti una famiglia, tutti abbiamo un padre e una madre. E poi c’è Domenico Modugno, un mito conosciuto da tutti che lega questi personaggi e questa famiglia.”

Per quanto riguarda invece l’idea che ha generato la creazione di uno spettacolo del genere, Fiorello ha raccontato di aver avuto l’ispirazione mentre leggeva il libro “Open” di Agassi. In quel momento, sotto il sole della sua Sicilia, iniziò a scrivere di getto delle memorie su suo padre e sui bei momenti passati insieme. Da lì è nato tutto.

“In un’estate caldissima ero in spiaggia e vedevo da lontano le fabbriche del mio paese, il petrolchimico di Augusta, un luogo stupendo ma allo stesso tempo martoriato e devastato da quell’illusione che fu il progresso di quell’epoca. Stavo leggendo Open di Agassi e quella lettura mi fece scattare dentro una necessaria e personale ispirazione. E così scrissi di getto di mio padre che ci portava d’estate al mare cantandoci le canzoni di Modugno, estati molto siciliane con parenti da commedia all’italiana, spiritosi, numerosi, estrosi, canterini. In mezzo a tutto questo mare di italianità c’era un bambino molto timido e introverso: io.”

Durante l’intervista Giuseppe Fiorello non ha esitato a parlare della scomparsa del padre, avvenuta quando lui aveva 20 anni. Il fatto ha sconvolto la vita dell’attore, che viveva un momento di disorientamento come tutti i giovani che si apprestano a diventare grandi. Di lui ha raccontato della sua positività e amore verso la vita:

“Era un padre molto semplice, simpatico, anche se la simpatia spesso viene letta come una dote leggera. Mi colpiva la sua positività, la sua visione della vita: era un possibilista, tutto per lui era possibile, fattibile; sognava molto, per noi e per lui. Non solo cantava le canzoni di Modugno, ma gli assomigliava anche fisicamente. “

Al tempo stesso l’attore ha anche ammesso che proprio la morte del padre fu un evento cardine nella sua esistenza che lo portò a sbloccare la propria timidezza ed introversione, a differenza invece di suo fratello Rosario Fiorello, nato anche a detta della famiglia per fare l’attore.

“Per paradosso penso che sia stata proprio la scomparsa di mio padre ad aiutarmi. Avevo 20 anni, ero un ragazzo non ancora diventato uomo. Ero al crocevia delle decisioni, nello svincolo della vita. Dove vado? Mio padre mi aiuterà, pensavo. Il mondo mi crollò addosso. Certo mia madre è stata fondamentale, ma il papà è una figura importante nella vita di un ragazzo. La sua morte mi costrinse a crescere più velocemente e a mettere in ombra la parte chiusa e bloccata di me. Cominciai a muovermi, incuriosirmi, viaggiare, capirmi, incontrare persone. Mi sentivo un tronco d’albero che scorre in un fiume rapido e veloce, attaccandomi alle cose e alle persone che incontravo.”

Infine, Giuseppe Fiorello ha concluso dicendo che ci saranno diversi ospiti nello show in veste di attori. Da Paola Turci ed Eleonora Abbagnato a Favino, Serena Rossi e Francesca Chillemi. E persino suo fratello Rosario:

“È sempre molto eccitante lavorare con lui, ti senti sempre in bilico sul crinale di una scarpata, hai paura che possa cambiare le regole del gioco, te ne stai lì impaurito ed eccitato, ma lui ti tiene sempre per mano”

E sullo spettacolo in sé ha aggiunto durante l’intervista al Corriere della Sera:

“Penso che un sogno così non è solo un racconto intimista, ma attraverso alcune parole di Modugno ci sarà l’occasione anche per parlare di altro, di tematiche importanti e profonde, come del male che ci ha fatto l’illusione del progresso, dell’industrializzazione selvaggia, noi che da ragazzi guardavamo il petrolchimico con i suoi fumi bianchi e sognavamo lo skyline di New York”.

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