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Era attesissimo e non ha tradito le aspettative: nel bene o nel male Achille Lauro è personaggio che non passa mai inosservato. Anche all’Eurovision 2022 si è fatto notare con una performance incendiaria nel corso della semifinale (in onda su Rai Uno il 12 maggio). E pazienza se ha fatto la “furbata” di tentare e pure riuscire a gareggiare sotto bandiera “straniera” (dai, diciamo “cugina”), quella di San Marino. Lo spettacolo e la musica non hanno bisogno di steccati e confini nazionali e quindi che ben venga pure il “Lauro sanmarinese”. A maggior ragione se alla fine ha dato una botta di vita all’evento con un’esibizione da fuoco e fiamme.

Cosa ha funzionato? Quasi tutto: “Stripper”, questo il brano cantato dall’artista, ha ritmo, è coinvolgente e, con una coreografia confezionata come Dio comanda (ed è stata confezionata come Dio comanda), può davvero fare la differenza (e la differenza infatti l’ha fatta). Lauro ci ha messo tutto il resto: energia, costumi secondo lo stile a cui ormai ha abituato (piumaggi e trasparenze varie con mutande in vista), performance battagliera e tanta sensualità. Tutto già visto? In parte sì, ma Achille continua comunque a funzionare e a fare proseliti. Funambolico e azzeccato anche il toro (ovviamente finto) portato sul palco e cavalcato dal musicista sul finale di canzone.

Cosa non ha funzionato? Poco o niente, a patto che ci si metta il cuore in pace e si dica che Achille Lauro è quella roba lì, nel bene e nel male. Ok, sì, ci sono state le solite trasparenze, le solite trovate (c’è stato di nuovo il bacio a Boss Doms sul palco come al Festival di Sanremo), le solite piume e i soliti ammiccamenti dannati e sensuali. Ma quello è uno stile, che piaccia o no. O si ama o si odia. E sarà per questo che “Achille Idol” spacca il pubblico a metà.

Si perdoni il paragone – che non ci sta ed è srotolato solo per far passare il concetto -: ai Queen hanno mai detto che avevano stufato per il loro abbigliamento esagerato? O ai Kiss o a David Bowie hanno mai detto di piantarla di truccarsi? Stile appunto, nel bene e nel male.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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