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Michele VenitucciUn medico in famiglia 9, intervista a Michele Venitucci

E’ una delle new entry di un’amatissima fiction di Rai Uno: stiamo parlando di Michele Venitucci, l’attore che interpreta Stefano nella nona stagione di Un medico in famiglia. Nonostante sia arrivato quest’anno, Michele ha saputo conquistare l’affetto dei tanti telespettatori della serie rappresentando un uomo che tutte le donne vorrebbero al proprio fianco. Per chi avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, Michele veste i panni del fidanzato di Sara Levi (Valentina Corti), la sorella di Marco giunta in casa Martini dopo aver lasciato il suo promesso sposo all’altare. Abbandonata la sua carriera di atleta, Sara apre un bar a Poggiofiorito e conosce così Stefano. Passo dopo passo i due si avvicinano sempre di più fino ad iniziare una storia d’amore, nonostante Sara sia ancora presa da Lorenzo (Flavio Parenti). Nella puntata della scorsa settimana Sara ha finalmente accettato di andare a vivere con Stefano, ma i suoi sentimenti per Lorenzo sembrano ancora mettersi in mezzo. Michele ha alle spalle una ricca carriera, compresa di teatro, cinema e televisione. Ha tanto entusiasmo, tanta voglia di fare e tanti sogni. Noi di GossipeTv l’abbiamo intervistato, ci ha parlato del suo personaggio in Un medico in famiglia, della sua passione per la recitazione e dei suoi progetti per il futuro. Scoprite cosa ci ha raccontato.

Ecco l’intervista a Michele Venitucci, new entry di Un medico in famiglia 9.

Com’è nata la tua passione per la recitazione?

“La mia passione per la recitazione nacque ai tempi del liceo (a Bari) quando un’insegnante di lettere organizzò un seminario, in collaborazione con una compagnia di teatro (Teatro Kismet) durante il dopo scuola. Quello era un luogo dove mi perdevo e mi ritrovavo facilmente, un luogo sicuro dove abbandonarsi e riconoscersi. Dopo un po’ quella felice sensazione si trasformò in una vera e propria passione, con la necessità di scavare nella propria anima e quando la passione si trasformò in bisogno partii per Roma per studiare recitazione e per stabilirmi nella città che mi avrebbe permesso di trasformare questo gioco profondo e divertente nella mia professione.”

Hai lavorato in teatro, al cinema e in televisione: quale dei tre preferisci?

“Sì, ho vissuto le tre esperienze in ordine così come le hai citate! Teatro, cinema e tv, le ultime due con più frequenza. Mi piacciono tutte e tre e credo che un attore per essere completo debba cimentarsi in tutto. Per me il cinema è magico, ha la facoltà di farci sognare raccontando delle storie, anche se ultimamente ne vedo poco, almeno in Italia. La tv è un mezzo molto potente che arriva a tutti, diretto nelle case della gente, condiziona il linguaggio sociale, infatti potrebbe osare di più, sperimentare, giocare, invece a volte si limita solo a vendere prodotti smettendo di raccontare veramente qualcosa. Con la televisione s’impara il ritmo, si conosce meglio il mezzo tecnico (la camera), si ha meno tempo, impari a concentrarti rapidamente, condividi tanti mesi con una truppe. Con il teatro, invece, si ritorna alle origini, al sacro fuoco dell’attore, al rapporto con il pubblico, si lavora con il corpo e la voce, si rafforza la gestualità, si cresce. Mi manca molto! Vorrei tornarci molto presto.”

Qual è il ruolo che hai interpretato a cui sei più affezionato?

“E’ difficile scegliere, i personaggi ti restano addosso un po’ tutti! L’attore contamina il personaggio e il personaggio contamina l’attore. Diciamo che sono particolarmente legato a Nicola, il mio ruolo cinematografico nel film di Rubini ‘Tutto l’amore che c’è’, un film magico e pieno di poesia. E poi assolutamente al ruolo di Mike, il pugile in ‘Fuori dalle corde’ di Fulvio Bernasconi, ruolo molto intenso dove ho avuto l’opportunità di abbandonarmi profondamente e che mi è valso un bellissimo premio internazionale al festival di Locarno. Anche il ruolo di Stefano in ‘Un medico in famiglia’ lo sento molto caro, è un uomo dotato di una bellissima umanità e sensibilità ed è capace di amare senza nulla in cambio, cosa molto rara oggi.”

Quali sono i pro e i contro del tuo mestiere?

“Questo è un mestiere bellissimo, ma anche molto complesso, dove non bisogna mai smarrire il senso della professione (cosa che in Italia si fa spesso ultimamente), questo abbassa il livello e confonde le cose. Essere naturali davanti ad una camera non ci rende attori di diritto, lo studio e la costanza sono fondamentali, la pratica rafforza, ma l’esigenza e il bisogno di raccontarsi fanno la differenza. Secondo me questo è il talento, un artista deve avere bisogno di raccontarsi per raccontare. Non esistono attori bravi o meno bravi (non siamo giocatori di calcio), esistono attori e non attori. Questo si vedrà sempre.”

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare in futuro?

“Mi piacerebbe fare un film in costume o un film di fantascienza! Mi piacerebbe avere l’opportunità di esprimermi profondamente con un ruolo consistente, quando è successo c’è stata una bella catarsi. Ho voglia d’incontrare un personaggio che si faccia riempire dalla mia emotività, ho voglia di un personaggio che mi riempia con la sua umanità, ho un mondo dentro che ha solo voglia di uscire.”

Sei una delle new entry della nona stagione di Un medico in famiglia: cos’hai in comune con Stefano e in cosa, invece, vi differenziate?

“Con Stefano ho in comune i capelli ricci, il sorriso e la sua disponibilità nei confronti della vita! Lui è molto più paziente di me!”

Puoi anticiparci qualcosa sulla sua relazione con Sara?

“Con Sara resterà molto legato! Chi è capace di amare veramente è capace di accogliere e comprendere il prossimo nonostante tutto. L’amore ci rende più aperti.”

Come ti sei trovato ad entrare in un cast così già consolidato?

“Hai la sensazione di entrare in una vera famiglia! E’ stato un onore e un piacere lavorare in una serie tv così longeva e così tanto amata dal pubblico italiano. Il medico in famiglia è un classico, visto da un pubblico vastissimo e trasversale, unico prodotto che la famiglia può vedere sullo stesso divano, dal nonno ai nipoti. Adoro essere riconosciuto dai bambini, entrare nel loro immaginario è bellissimo, questo è l’unico prodotto che lo concede (mi sembra). In questi ultimi anni hanno avuto anche la capacità e il coraggio di rinnovarsi. Quest’anno c’era un bellissimo gruppo di attori, giovani e talentuosi. Infine lavorare con il mitico Lino Banfi è stato speciale, un grande professionista. Il cerchio si chiude, per me che sono pugliese, esordire con Sergio Rubini fino ad arrivare a Lino Banfi. Questo è un nuovo esordio, un nuovo inizio..”

Con chi hai legato maggiormente?

“E’ stato piacevole lavorare e conoscere tutti, ma ho passato molto tempo con Valentina Corti alias Sara Levi nella serie, visto che il mio personaggio si rapportava principalmente con lei! Lei è una persona speciale e una talentuosa attrice, ha un’energia e un entusiasmo contaminosi, questo ha reso il lavoro molto più piacevole, sono stato fortunato. Anche i registi sono attenti e generosi. Bellissima esperienza, sopra le aspettative!”

Puoi raccontarci qualche aneddoti divertente del set?

“Le barzellette, gli aneddoti, ma soprattutto i giochi di prestigio di Lino Banfi, le risate continue con Paolo Sassanelli (Oscar), il confronto professionale ed emotivo che ho avuto lavorando con Valentina (Sara) e Flavio (Lorenzo).”

Che consigli daresti a coloro che vorrebbero fare l’attore?

“Di trasformare il loro sogno, la loro passione, in desiderio, in bisogno reale, di studiare recitazione in una scuola per almeno un paio di anni, di osservare continuamente l’umanità, di studiare le lingue per avere più opportunità, di non preoccuparsi dell’apparire per esistere e per ultimo di non crescere troppo!”

Se non fossi diventato attore, cosa avresti voluto fare?

“Piano B erano Psicologia o Biologia Marina. Piano A, nella prossima vita, musicista!”

Hai qualche progetto in cantiere? Puoi anticiparci qualcosa?

“Sto lavorando ad un progetto avviato lo scorso anno: pellegrini di Puglia, un viaggio fatto con un vecchio maggiolone insieme ad un caro amico, attorno alla mia amata Puglia (da Nord a Sud del tacco). Quale viaggio più avventuroso se non perdersi nella propria terra?! Quest’anno vorrei dividerlo in varie tappe e affrontarlo con più mezzi, anche a piedi, vedremo! Infine vorrei farei uno spettacolo a teatro, ci sto lavorando e pensando da tempo, ho voglia di palco e pubblico. Sto preparando una mostra fotografica di viaggi, visto che la mia seconda passione sono fotografia e scrittura. Tanta roba in pentola e sicuramente tornerò in tv!”

Grazie mille, Michele, per la disponibilità, la gentilezza e la simpatia!

“Grazie a tutti voi. Grazie del bellissimo affetto che mi trasmettete, lo scambio con il pubblico è uno degli aspetti più piacevoli del mio mestiere.”

Un grande in bocca al lupo a Michele per i suoi progetti.

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