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“Bus 323 – Viaggio di sola andata
”: la vita di Emis Killa in un libro.

“Bus 323 – Viaggio di sola andata”, edito da Rizzoli, è il libro che uscirà nelle librerie a partire dal 5 novembre e che vede come protagonista Emis Killa e la sua vita. Il rapper milanese ha deciso di raccontare se stesso in queste pagine, per dare la forza ai giovani di credere nei loro sogni e di non mollare mai, anche quando la strada sembra in salita. Proprio come ha fatto lui, come racconta al settimanale “Grazia”: “Ci ho creduto, ho fatto di testa mia. Fatelo anche voi, qualsiasi strada prendiate”. Un titolo non consueto, ma che ha un evidente riscontro nella realtà. Il bus 323, infatti, è il pullman che da Vimercate (paese natale del rapper) lo portava a Milano, nel mondo dell’hip hop che lo ha sempre affascinato. Emis Killa ora è uno dei migliori rapper del nostro paese, ma ha avuto un’infanzia difficile, vissuta tra problemi e dolori. La mamma, una donna siciliana trasferitasi a Milano, svolgeva i lavori più umili pur di portare a casa i soldi necessari per crescere il figlio. Il papà, separatosi dalla moglie quando il piccolo Emiliano aveva solo tre anni, è sempre stato un uomo particolare, ma che gli ha voluto bene e gli ha insegnato a vivere a pieno la vita. Il suo rimpianto è quello che, essendo il padre morto nel 2010, non ha potuto vedere il suo successo e lui non ha potuto dargli un po’ di soldi che ha guadagnato per farlo vivere in modo dignitoso.

Emis Killa: l’amore ed i sacrifici.

Quando era un ragazzo, la mamma ripeteva ad Emis Killa di trovarsi un lavoro serio e stabile, di abbandonare il suo sogno di diventare un rapper. Ma lui, testardo, ha proseguito per la sua strada. Tanta la fatica, nessuna scorciatoia e molta la gavetta, ma tutti questi sacrifici l’hanno portato ad essere uno dei rapper più amati e più seguiti in Italia e all’estero. Una vita di sacrifici che ha condiviso con Tiffany, la sua fidanzata, al suo fianco dai tempi precedenti al successo. Dopo aver sofferto in amore, Killa ora è felice al suo fianco e si reputa un bravo fidanzato che lascia la libertà necessaria alla sua compagna. Da piccolo accompagnava, ogni tanto, la mamma al lavoro nelle ville dei signori di Milano. Mentre lei faceva le pulizie, lui rimaneva affascinato da quel lusso. Una volta è stato fermato dalla polizia per un controllo e, come racconta a “Grazia”, è stato deriso poiché faceva il musicista ed andava in giro con un motorino scassato: “Oggi ripercorro quella strada su una macchina da 360 cavalli o su una delle mie due Harley”. Ed ora colleziona un successo dietro l’altro, le sue canzoni hanno un fortissimo riscontro nei suoi fan tanto che il suo singolo “Maracanà” è diventato la colonna sonora dell’avventura dell’Italia ai Mondiali del Brasile 2014.

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